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Hotel Bucintoro - Venezia

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Nov 29 2017

Scala Contarini del Bovolo Venezia

Nascosta all’interno di una piccola corte laterale al Campo Manin, alla fine di una stretta calle, emerge singolare in tutta la sua straordinaria bellezza la Scala Contarini del Bovolo Venezia. Questa Scala, struttura dissonante con l’architettura veneziana, fa parte del Palazzo Contarini del Bovolo, un palazzo gotico ubicato costruito tra il Tre e il Quattrocento come dimora dei Contarini “di San Paternian”, che dalla fine del Quattrocento, con l’aggiunta della scala a chiocciola, furono soprannominati “dal Bovolo”.

La Scala Contarini del Bovolo, a pochi minuti da Piazza San Marco

Alta 26 metri, con un diametro di 4.7, si compone di mattoni e pietra d’Istria, ed è formata da logge e archi in tutta la sua altezza. Gli 80 gradini monolitici si salgono in senso antiorario, e portano ad un belvedere a cupola che offre una vista meravigliosa sui tetti della città. Gli archi e le colonne che ne percorrono tutta la lunghezza conferiscono alla scala un aspetto peculiare, in cui alcuni esperti vedono una sorta di anello di congiunzione tra il periodo gotico e il Rinascimento.

Magnifica vista della città dalla Scala Contarini del Bovolo

Il biglietto per la Scala Contarini del Bovolo Venezia è valido per una visita di 30 minuti nel giorno e nell’orario scelto. È possibile aggiungere ad ogni biglietto la visita all’ Oratorio dei Crociferi. L’oratorio si trova a 15-20 minuti di cammino dalla Scala Contarini del Bovolo. La visita all’Oratorio non è legata agli orari scelti per la visita della Scala. L’Oratorio è aperto al pubblico il Venerdì e il Sabato con il seguente orario: 10-13 / 14-17. Se si desidera organizzare una visita di gruppo fuori dal seguente orario si prega di prendere contatto con l’ufficio prenotazioni.
L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 12 anni e devono essere accompagnati da un adulto. Ogni adulto può accompagnare fino a due bambini sotto i 12 anni.

Rivolgetevi alla reception per info prenotazioni&biglietti!

Written by battistin · Categorized: Itinerari

Nov 21 2017

Sestiere di Castello Venezia

Il sestiere di Castello Venezia è il più esteso e il secondo per popolazione della città di Venezia ma anche l’unico a non affacciarsi sul Canal Grande. Fu uno dei primi nuclei abitativi di Venezia (V-VI secolo). La zona prende nome dal castello che vi sorgeva, con funzione di difesa dagli attacchi dal mare. A Castello inoltre si trova l’imponente edificio dell’Arsenale, per secoli il più grande del mondo.

La Basilica di San Pietro di Castello

Come tutta la città di Venezia, il sestiere di Castello Venezia si è formata nell’alto medioevo a partire da insediamenti distinti. Qui si trova la basilica di San Pietro di Castello sede vescovile fino al 1807, anno in cui Napoleone la trasferì nella basilica di San Marco, fino allora cappella del doge ed usata solo per eventi speciali.
All’inizio della sua storia era diviso nelle due isole Gemine e l’isola di Olivolo, unite in seguito a costituire il sestiere attuale.

Nel sesiere di Castello  potrete immergervi in un’atmosfera unica dove pulsa il cuore della vera Venezia

Se vi trovate a passeggiare in questo sestiere non potete non visitare chiese e monumenti ricchi di fascino e storia. L’antico Arsenale, marcato nel tessuto urbano da muraglie in cotto e torri quadrate, dal XIII secolo ha determinato la vita della Repubblica, il Museo Storico navale, anticamente sede dei Granai della Repubblica, ospita attualmente le memorie marinare di Venezia. La Chiesa di San Francesco della Vigna è opera di Andrea Palladio mentre la Chiesa di Santa Maria Formosa, voluta, secondo la leggenda, da San Magno, venne riedificata nel’XI secolo e quindi ricostruita sulle precedenti fondazioni nel 1492, mantenendo la pianta primitiva a croce greca. La chiesa si trova in uno dei più pittoreschi campi di Venezia, circondato da palazzi privati, di epoche diverse.

Il sestiere di Castello ospita l’esposizione della Biennale d’arte e l’unico parco della città, meta di relax per veneziani e non

Paragonando Venezia ad un pesce, Castello può rappresentarne la “coda”, essendo posto all’estremità est. Qui si respira la vera Venezia, tra banchetti di pesce fresco e negozi tipici, con la Biennale d’arte e il parco di Sant’Elena, unica area verde della città.

Non perdere l’occasione di soggiornare all’Hotel Bucintoro, situato proprio nel sestiere di Castello!

Written by battistin · Categorized: Itinerari

Set 30 2017

Scuola Grande di San Rocco Venezia

Fondata nel 1478 come sede di confraternita di cittadini benestanti dediti ad opere benefiche, nel 1489 già Scuola Grande, è meta artistica di assoluto rilievo per la struttura e per le tele di Tintoretto, Giorgione, Tiziano e Tiepolo. In riconoscimento del suo zelo per il culto divino e delle sue benemerenze in campo caritativo, il 13 gennaio 1789 fu insignita da Pio VI (la cui visita dal 1782 alla Scuola è ricordata in una lapide collocata nella sala Terrena) del titolo di “Arciconfraternita”, con i conseguenti privilegi.

Il dipinto “La Crocifissione di Gesù Cristo” di Tintoretto si può ammirare alla Scuola Grande di San Rocco Venezia

Nel 1564 venne chiesto a Tintoretto di decorare la Scuola. Tutte le opere sono sue o dei suoi allievi. Di particolare pregio la Sala dell’Albergo. Il meraviglioso ciclo di teleri, realizzato nelle tre Sale tra il 1564 e il 1588, per la sua unitarietà rappresenta per Venezia quello che per Roma è la Cappella Sistina.
I dipinti costituivano la catechesi dei Confratelli e vennero depredati nel 1807 da Napoleone.
Nel Seicento, sullo scalone che collega il primo al secondo piano della Scuola, vennero collocati degli ampi teleri che raffigurano La Peste del 1630, di Antonio Zanchi (1666) e La Madonna salva Venezia dalla peste di Pietro Negri (1673). L’opera dello Zanchi è uno dei vertici della pittura barocca veneziana.

La Scuola Grande di San Rocco Venezia è visitabile dalle 09.30 alle 17.30 tutti i giorni dell’anno.

Rivolgetevi alla reception per ricevere ulteriori informazioni!

Written by battistin · Categorized: Itinerari, Non categorizzato

Set 14 2017

Isola di Torcello Venezia

Torcello (in dialetto veneziano Torcèło) è un’isola della laguna Veneta settentrionale. Facilmente raggiungibile da Burano in 5 minuti grazie a dei traghetti ACTV (linea T) che partono ogni mezz’ora, Torcello offre da subito ai suoi visitatori un’atmosfera d’altri tempi.

Torcello, facilmente raggiungibile da Burano in 5 minuti grazie ai traghetti ACTV

Fu uno dei più antichi e prosperi insediamenti della laguna, fino al declino conseguente alla predominanza della vicina Venezia e al mutare delle condizioni ambientali. Attualmente l’isola conta appena diciassette residenti, ma l’inestimabile patrimonio archeologico che ancora conserva ne fa un luogo turistico molto frequentato.
Il toponimo Torcello deriverebbe secondo la tradizione, dal nome di una delle porte dell’antica città romana di Altino oppure, secondo un’altra etimologia, il termine risalirebbe al vocabolo Dorceum, cioè isolotto paludoso emerso, barena.

La Chiesa di Santa Fosca a Torcello

Campagne archeologiche condotte all’inizio degli anni Sessanta hanno dimostrato che a Torcello era presente un insediamento sin dai primi secoli dell’Impero Romano e tali ricerche hanno avvalorato questa tesi evidenziando però la sua decadenza a causa di condizioni climatiche ed ambientali sfavorevoli.
Caduta la Repubblica di Venezia nel 1797 ed abolite le istituzioni civili della Serenissima che per secoli avevano governato il territorio, distrutti i monasteri e le scuole laiche dai decreti napoleonici di soppressione del 1806 e del 1810 che privarono le isole anche di quella poca vitalità religiosa rimasta, il 1 maggio 1818 papa Pio VII soppresse l’Episcopato torcellano ed il suo territorio fu unito a quello del Patriarcato di Venezia, lasciando ai posteri una immensa eredità storica, artistica, tradizionale e documentaria ancora quasi tutta da scoprire, che sempre affascina e sempre stupisce.

Ricerche archeologiche condotte all’inizio degli anni Sessanta hanno dimostrato che a Torcello era presente un insediamento sin dai primi secoli dell’Impero Romano

Seguendo il lungo viale che porta alla piazza e che costeggia il rio principale, ci si immerge pian piano in un paesaggio che sembra rimasto al periodo romano, con un ritmo spezzettato ogni tanto da un ristorante in stile coloniale.
A metà di questa passeggiata, lunga circa 7-8 minuti, ci si imbatte nel famoso Ponte del Diavolo, così chiamato perchè secondo la leggenda venne costruito in una sola notte dal diavolo in persona per vincere una scommessa: probabilmente è stata la mancanza di protezione sui lati (le cosiddette “spallette”) e quindi la sensazione che il ponte sia stato costruito in fretta, ad aver influenzato l’immaginario collettivo del tempo. Al di là del ponte vi è una zona puramente adibita ad orti.

Il famoso Ponte del Diavolo

Salta subito all’occhio un trono in marmo posto al centro di quest’area, il cosiddetto Trono di Attila: erroneamente attribuito al famoso condottiero degli unni, appartenne probabilmente al Vescovo di Torcello o a qualche tribuno dell’isola.
Sul lato sinistro della piazza si trova il Palazzo del Consiglio, in stile gotico ed edificato nel ‘400 come sede del governo dell’isola. Esso, assieme al Palazzo dell’Archivio, costituisce il Museo di Torcello, che raccoglie innumerevoli reperti archeologici trovati nell’isola e appartenenti alle epoche tardo-latina, bizzantina e medievale.

Se vi fermate a visitare Torcello non dimenticatevi di sedervi sul Trono di Attila!

Volete sapere come si arriva a Torcello? Rivolgetevi alla nostra reception!

Written by battistin · Categorized: Itinerari, Non categorizzato

Ago 24 2017

Isola di Burano Venezia

Isola di Burano Venezia sorge su quattro isole della laguna ed è collegato da un ponte all’isola di Mazzorbo, che ne è divenuta una sorta di appendice. La tradizione vorrebbe che Burano fosse stata fondata, come i centri dei dintorni, dagli abitanti della città romana di Altino che si erano rifugiati in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare agli Unni di Attila e ai Longobardi.

Burano, unica nel suo genere

Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall’anno Mille furono costruite case in mattoni. Burano poteva godere anche di un clima mite e salubre grazie ad una certa ventilazione che allontanava la malaria. Il governo locale, di tipo comunale, cadde ben presto sotto l’orbita di Venezia a cui rimase sempre legata. Nel corso dei secoli, alcune famiglie di Burano si trasferirono ad Ancona per motivi di lavoro, dove costituirono una piccola comunità: quella dei Buraneli. L’influsso della loro presenza si sente ancor oggi nel dialetto anconitano, essendo la parlata di Burano, insieme a quella autoctona e a quella levantina, una delle tre componenti che si fusero per dare origine al dialetto del capoluogo marchigiano.

I colori vivaci delle case servivano ai barcaioli per ritrovare la propria casa in presenza della nebbia

Il cuore del paese è piazza Baldassare Galuppi, l’unica piazza del paese, intitolata al noto compositore settecentesco, realizzata interrando un canale. Sulla piazza si affaccia la chiesa di San Martino, l’unica chiesa che si erge nell’isola. Famoso il suo campanile, caratterizzato da una forte pendenza dovuta al parziale cedimento dei suoi basamenti, fondati, come alcune parti di Venezia, su palafitte. All’interno di pregevole fattura la Crocifissione del Tiepolo (1725). Uno dei luoghi più caratteristici dell’isola è l’incrocio di 2 canali, dove sorgono i Tre Ponti, ponte caratteristico che collega tre distretti di Burano: San Mauro, San Martino Sinistro e Via Giudecca. Qui si congiungono le vie più colorate dell’isola, dove sorgono le case dei pescatori e vari negozi artigianali.

Il cuore del paese, Piazza Baldassare Galuppi

Isola di Burano Venezia è nota per la lavorazione artigianale dei merletti, nonché per le sue tipiche case vivacemente colorate, sebbene il motivo e l’origine di questa usanza non siano ancora chiari. Un’ipotesi suggerisce che ogni colore sarebbe semplicemente il simbolo di una determinata famiglia, visto che anche in epoca moderna a Burano vi sono pochi ma molto diffusi cognomi. Per questo motivo a Burano, come in altri luoghi del Veneto, si utilizzano i detti, dei soprannomi aggiunti al cognome per distinguere un ramo familiare dall’altro. Un’altra supposizione, forse più fondata, afferma che i colori vivaci servirebbero ai barcaioli per ritrovare la propria casa in presenza della nebbia, che a Burano si presenta particolarmente fitta. Da ricordare che per tutto il periodo del regno d’Italia per cambiare il colore di una casa serviva chiedere il permesso ad un sovrintendente. Tipico dolce di Burano è il bussolà di biscotto a ciambella giallo di uova, farina e burro, da non confondere con il “bossolà” di Chioggia, un pane tostato a ciambella. Con lo stesso impasto si prepara l’esse (plurale essi) dalla forma di lettera “S”.

Burano è nota per la lavorazione artigianale dei merletti, nonché per il suo dolce tipico: il bussolà di biscotto giallo di uova, farina e burro

Rivolgetevi alla reception per pianificare la vostra escursione all’isola di Burano!

Written by battistin · Categorized: Itinerari

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